In Toscana, nel comune di Agliana (PT), è stato installato un dispositivo di videosorveglianza chiamato “Seat Belt and Phone Detection” (SBD). Si tratta di una coppia di telecamere con flash a infrarossi e AI capace di rilevare automaticamente:
l’uso del telefono da parte del conducente (chiamate, messaggi, ecc.),
la mancata cintura di sicurezza a bordo, anche lato passeggero anteriore.
Le immagini sospette vengono immediatamente trasmesse a una pattuglia presente nelle vicinanze, che provvede al controllo manuale e alla contestazione se l’infrazione viene confermata.
Educazione oppure “big brother”?
Le autorità locali sottolineano che l’obiettivo è educativo e preventivo, non “fare cassa”. Tuttavia, emergono dubbi sulla trasparenza (assenza iniziale di cartelli), la proporzionalità rispetto alla normativa vigente, e possibili effetti sul diritto alla privacy.
Privacy al volante: cosa dice la giurisprudenza
Un precedente importante è la sentenza n. 8/2022 del TAR del Veneto del 4 gennaio 2022: l’utilizzo di autovelox per la rilevazione automatica a tappeto di revisione e assicurazione è stato dichiarato violazione della privacy. Il TAR ha infatti ritenuto sproporzionata la lettura indiscriminata delle targhe, attuata anche sui veicoli in regola, rispetto all’omologazione degli strumenti come meri rilevatori di velocità o semaforo rosso.
In sostanza, è stato ribadito che:
non si possono “fotografare” tutti i veicoli in transito, bensì solo quelli sospettati di infrazione,
per i controlli assicurativi e di revisione serve una base normativa chiara e un controllo diretto da parte della Polizia.
Di recente, la Cassazione ha ulteriormente specificato che sistemi automatici non omologati possono essere utilizzati come ausilio alla polizia, a patto che l’accertamento finale sia manuale e documentato (es. visura carta di circolazione) polizialocale.com.
Analogia con SBD: rischio e opportunità
L’installazione delle telecamere SBD richiama lo stesso principio di lettura diffusa di dati (telefono, cintura, targa), potenzialmente problematico in termini di privacy. È verosimile che:
Il TAR Veneto verrà invocato per analogia, sollevando dubbi su:
l’assenza di omologazione chiare per questa funzione,
il trattamento indiscriminato di immagini e dati,
Potrebbero emergere ricorsi simili che impugnano l’uso del dispositivo fino a una normativa chiara e specifica.
Riflettiamo insieme
Quanto è lecito ribaltare sul cittadino la sorveglianza preventiva in nome della sicurezza?
È sufficiente un cartello di avviso o serve una vera regolamentazione?
Dove tracciare la linea tra innovazione e tutela dei diritti?
L’uso di telecamere intelligenti SBD rappresenta un passo avanti nella prevenzione stradale, ma non può prescindere da trasparenza, controllo, e tutela dei diritti individuali. Il precedente del TAR Veneto evidenzia come l’equilibrio tra innovazione tecnologica e privacy sia delicato e richieda regole ad hoc.
Agisci ora: verifica se queste telecamere sono utilizzate nel tuo Comune, informati sulla normativa vigente e, in caso di dubbi, condividi questo articolo. La sicurezza va di pari passo con i diritti digitali.